In un regno ai confini della terra conosciuta, sorgeva un castello su una valle, agli ordini di un sovrano severo ma giusto. Il sovrano era potente e temuto perché sempre estremamente sicuro di sé, ma al cospetto dei suoi maghi un giorno proruppe:

Regno su queste terre da anni e anni e faccio di tutto perché il mio popolo sia felice. Ma vi confesso che quando siamo sotto assedio dei nemici la mia paura è incalcolabile e le mie gambe tremano mentre sono nelle mie stanze a decidere la strategia. Oppure quando sono estremamente felice perché le mie figlie si sposano, le lacrime di gioia che solcano le mie guance non portano via l’inquietudine che è in me. O ancora, quando le sorti del regno sono in pugno ad una mia decisione, la gratitudine per questa immensa opportunità viene offuscata dall’angoscia della responsabilità. E’ per questo…” tuonò il sovrano stanco e frustrato “… che voglio entro domani, da voi, un talismano che non mi faccia più navigare in balìa delle emozioni forti che compromettano le mie scelte e che mi lasci vivere bene ciascun momento”.

A tale richiesta il consiglio dei maghi impallidì. Loro erano capaci di molti prodigi e spesso creavano talismani per la gente del popolo, che voleva esaudire alcuni piccoli desideri; ma ciò che chiedeva il sovrano era impossibile. Qui si parlava di creare un talismano per un uomo che non era uno sprovveduto e per giunta, tale talismano avrebbe dovuto generare una trasformazione in lui che avrebbe potuto presentare non pochi effetti collaterali (ad esempio eliminare tutte le emozioni negative ma anche quelle positive e renderlo così un tiranno privo di cuore e scrupoli); o al contrario, poteva non funzionare affatto, considerata la complessità della richiesta.

Tutti fecero un passo indietro e proprio mentre il re stava per dar sfogo al suo disappunto, da dietro le fila un giovane apprendista mago si fece avanti placando il re: “Mio signore, domani lei avrà il suo amuleto e sarà un anello. Ogni volta che le sue emozioni negative prenderanno il sopravvento, potrà osservarlo e leggendo la formula magica lei ritornerà in sé”.

L’indomani alla corte, i grandi maghi erano in fermento nonché curiosi di sapere quale fosse la formula a loro stessi sconosciuta e sfuggita alla loro esperienza. Il ragazzo portò l’anello al re che lo prese, lo infilò, abbassò lo sguardo e lesse quelle poche parole.

Nella sala del trono si sentiva solo silenzio: tutti pendevano dalle labbra del sovrano e tutti volevano vedere la sua reazione a quel dono. Lui invece non proferì parola, ma dopo qualche minuto di riflessione, sorrise al giovane e si alzò pensieroso ma soddisfatto. Nessuno del regno seppe mai quali fossero le parole incise su quell’anello, ma era chiaro che avevano fatto un grande e benefico effetto al re.

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DOMANDE DI COACHING:

  • Se tu fossi il sovrano, quale sarebbe la formula che leggeresti sul tuo amuleto?
  • Quali sono le emozioni che più spesso ti provocano disagio e a cosa sono legate?
  • Hai un tuo metodo per gestire le tue emozioni?

di Angela Pollastrini