Esiste un modo per scoprire ciò che tuo figlio non ti racconta.
Il rapporto tra genitore e figlio nasconde più segreti di quanti non ne esistano tra due amanti. Questo perché la paura di deludere, sbagliare, o essere invadenti, spesso risulta più prepotente dell’amare incondizionatamente, facendoti mettere da una parte l’atteggiamento più adatto: la comprensione. Comprendere non significa accettare a tutti i costi qualcosa, piuttosto è l’atto di sforzare tutti i sensi alla codifica del messaggio inviato, spesso tra le righe, da tuo figlio.
E’ noto che esistano vari metodi e strategie per interpretare la cosiddetta “comunicazione non verbale” e questi sono coscientemente utilizzati in genere da manager o persone di successo, ma è meno noto che quelle stesse tecniche puoi utilizzarle anche tu per migliorare i rapporti con tuo figlio, proprio come ho sempre fatto io con le mie bimbe, raggiungendo una relazione che posso definire idilliaca e che cresce con il crescere della loro età.
La comunicazione non verbale, nei ragazzi e ancor più nei bambini, è spiccatissima! Non hanno ancora pregiudizi difensivi forti creati da retaggi culturali, sociali, o di esperienza di vita vissuta, quindi i loro canali comunicativi sono aperti e di facile lettura… per chi li sa leggere ovviamente e spesso non basta l’intuito genitoriale per farlo correttamente.
La tabella che segue è estratta da un mio metodo di perfezionamento ben più completo.
Un semplice strumento di codifica comunicativa che voglio consegnarti e che dovrai tenere bene a mente la prossima volta che ti troverai faccia a faccia con tuo figlio (vale in realtà con qualsiasi persona tu abbia di fronte, ma nei bambini tale atteggiamento è maggiormente riconoscibile perché assolutamente senza filtri) mentre parlerete di qualcosa che tu o lui/lei, considerate importante.
Ti presento i L.E.M., ovvero i movimenti oculari che ti possono permettere di capire ad esempio, se tuo figlio, durante un discorso, stia RICORDANDO ciò che ti dice attraverso la stimolazione della sua memoria, o stia CREANDO ciò che ti racconta, attraverso la sollecitazione del suo emisfero celebrale preposto alla fantasia.
Mentre ti trovi con tuo figlio ponigli una domanda di cui conosci già la risposta; un fatto per cui debba immaginare o ricordare qualcosa.
Ora osserva:
- se il suo sguardo si rivolge in alto a destra (la sua destra), significa che sta costruendo con l’immaginazione ciò che ti racconta;
- se invece lo sguardo è rivolto in alto a sinistra, sta invece ricordando un’immagine che gli è venuta in mente;
- se guarda al centro a destra, sta immaginando un suono, una voce, un rumore…
- se volge gli occhi al centro a sinistra lo sta ricordando.
Infine la parte in basso, la più delicata:
- se guarda in basso a destra sta provando o ricordando un’emozione, quindi dovrai prestare attenzione alle tue parole, perché in questo momento la sua mente è maggiormente sensibile;
- invece se gli occhi puntano in basso a sinistra, sta ascoltando la sua vocina interiore: in pratica la sua testa sta costruendo un dialogo interno, riflessivo.
Utili queste nozioni, non trovi?
P.S. Tieni conto che questa lettura oculare potrebbe applicarsi al contrario se tuo figlio ad esempio è mancino, perché la stimolazione celebrale sarà inversa.
P.P.S. Esistono altre micro regole di lettura interpretativa per sfruttare al meglio queste nozioni, così come ci sono altri segreti comunicativi che piano piano ti svelerò nei prossimi articoli.